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giovedì 1 settembre 2022

Recensione "L'equilibrio delle lucciole"

 Buongiorno lettori e lettrici 😉

Oggi vi presento "L'equilibrio delle lucciole" un romanzo di Valeria Tron edito Salani che ringrazio davvero molto per la collaborazione e la copia cartacea. 


l'equilibrio della lucciole
SCHEDA

Titolo: L'equilibrio delle lucciole

Autrice: Valeria Tron 

Lunghezza stampa: 363 pagine

Lingua: Italiano

Editore: Salani Editore

Data di pubblicazione: 1 giugno 2022





Ho avuto il piacere di partecipare alla live di presentazione online con l'autrice organizzata dalla casa Editrice Salani e sono rimasta incantata dalla presentazione di questo romanzo. 

L'autrice ha una dialettica incredibile, la sua presentazione l'avrei ascoltata per ore e si percepiva che teneva molto all'uscita del suo romanzo per farci trasportare nel suo mondo, nelle sue montagne e nella Meizoun (casa). 

Il romanzo è infatti pura poesia, lo definirei una prosa in poesia con molte frasi che ti toccano l'anima. 

La bellezza del romanzo è che alcune frasi sono in patois, una lingua parlata nella Val Germanasca che l'autrice ha spiegato che ha uno stile musicale e ridondante. 

Il romanzo infatti è proprio così, scritto con un ritmo incalzante che si legge facilmente. 

Ma veniamo alla storia. 

La protagonista è Adelaide, che torna nel suo paesino d'origine tra le montagne per prendersi un periodo di pausa in quanto si è appena separata. Adelaide ha anche un figlio, Gioele, al quale dedica molte lettere e che sente regolarmente quando il cellulare ha campo. Gioele è ormai grande, ha la sua vita e la scuola in città, ma Adelaide nelle sue telefonate e nelle sue lettere gli ricorda quei posti e le sue origini.

Adelaide torna a occuparsi di Nanà, un'anziana di novant'anni con uno spirito da ventenne, che ama cucinare e prendersi cura della sua casa. 

Adelaide la aiuta a prendersi cura di sé stessa, lavarla, vestirla e la aiuta nelle faccende domestiche. 

Ma nel paesino non c'è solo la casa di Nanà, poco tempo prima c'era anche Levì, che ora è ricoverato in una casa di riposo e vivevano anche altri anziani che ora non ci sono più. 

Nanà però conserva ancora tutte le chiavi delle case del paesino e come una fata madrina le consegna una per volta a Adelaide. 

Per Adelaide entrare in queste case non significa solo polvere e ragnatele da pulire e sistemare, ma soprattutto ricordi di una vita passata. Ed ecco che gli oggetti sembrano riprendere vita, le fotografie riportano a tempi passati che Nanà farà conoscere ad Adelaide. 

Anche il magazzino di Nanà sarà un vero scrigno del passato, in cui lei si assenta per andare a prendere qualcosa dalle sue scatole etichettate. 

Adelaide verrà così a conoscenza di storie d'amore, di guerra e anche di violenza di cui non era a conoscenza e che solo grazie a Nanà, alle foto e agli oggetti ritrovati riprendono vita e vengono tramandate. 

Nanà tramanda le sue conoscenze e le sue tradizioni del passato che Adelaide vuole assimilare per tenerle a mente, per tenere salda e viva la memoria di queste persone e di questo paesino. 

Intanto Adelaide si occupa di telefonare alla casa di riposo in cui c'è Levì, per volerlo andare a trovare e le risponde Daniele, un infermiere che dice che la situazione è stabile, ma che vuole verificare le condizioni della casa di Levì per un possibile rientro a casa. 

Daniele si ritroverà a raggiungere il paesino con la neve e imparerà un po' di patois che gli sarà utile per comunicare con Levì che da qualche tempo non parla più, ma si limita a osservare il paesaggio dalla finestra. 

Per Adelaide il viaggio da Nanà sarà una vera riscoperta delle sue origini, ma anche dei suoi sentimenti.

Riuscirà finalmente a lasciarsi andare e vivere la sua vita in tranquillità? 

Devo dire che non avevo mai letto un romanzo così intenso e pieno di poesia. Ci sono moltissime metafore, molte frasi che mi sono appuntata perché sono davvero ricche di significato. 

E' un romanzo che apre il cuore e che fa ritornare all'infanzia, a ricordare i nostri nonni e le tradizioni del passato. 

Sono davvero contenta di averlo letto perché è un libro emozionante, il finale poi spiazza perché ci si lega moltissimo ai personaggi, ma la vita è così, per una vita che nasce, ce n'è una che finisce. 

Per quanto riguarda i personaggi, Nanà è sicuramente un personaggio simbolo del romanzo, è molto anziana, ma è anche molto attiva, nella sua casa vive da sola e si occupa di tutto. E' anche una donna che si emoziona davanti alla vita e alla morte e ai ricordi che racconta e tramanda a Adelaide. E' la figura saggia della storia che tiene alla sua meizoun e al suo paesino. 

Adelaide è una protagonista che in alcuni tratti mi è sembrata l'alter ego dell'autrice da quel che sono riuscita a capire dalla presentazione in live. E' forte, generosa, disponibile. Nonostante la sua vita sentimentale non vada nel migliore dei modi, trova il suo rifugio nel paese d'origine, tra i suoi anziani da accudire e da aiutare. Qui ha anche il tempo di dedicarsi alla pittura e fare ciò che più le piace ritornando a questa passione che non praticava da un po'. Penso che persone come Adelaide ce ne siano davvero poche, si percepisce tutta la sua generosità verso gli anziani e la voglia di mantenere le sue tradizioni, tra cui la lingua del patois. 

Ho amato anche il personaggio di Daniele, un ragazzo che pian piano come noi lettori scopre questo mondo, che sembra un mondo uscito dalle fiabe, ma che in realtà è reale e lui tocca con mano. 

Per quanto riguarda invece lo stile, come scritto precedentemente è molto incalzante, questo dato da alcune frasi in patois che hanno comunque la traduzione. I personaggi sono ben descritti e caratterizzati e anche le ambientazioni sono ben raffigurate tanto da essermi immaginata il paesino e le case di montagna. 

Nella live l'autrice ha rivelato che il titolo doveva essere diverso, ma comunque poi è stato scelto "L'equilibrio delle lucciole" perché le lucciole sono insetti molto affascinanti di montagna che rappresentano la libertà e la bellezza e sinceramente questo titolo secondo me è molto accattivante e rappresenta molto bene la storia. 

Un romanzo intimo, che come la casa sa essere per ognuno di noi. 

Questo libro è stato sicuramente una scoperta, è il primo romanzo di Valeria, ma sono sicura che non si fermerà qui. La sua passione nella scrittura mi ha fatto capire che per scrivere questo romanzo ci ha messo il cuore e io le auguro davvero tanti successi come autrice. 

In attesa di leggere qualcos'altro di suo, se non l'avete ancora letto comprate questo romanzo e fatevi trasportare dalla sua dolcezza e genuinità. Vi consiglio di leggerlo in autunno/inverno in quanto vi immergerete sicuramente maggiormente tra le pagine. 


Buona lettura


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L'equilibrio delle lucciole


TRAMA

Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d’amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore’, come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c’è Nanà, ultima custode di casa, novant’anni portati con tenacia. Levì, l’altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l’una dell’altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l’anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

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