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martedì 23 novembre 2021

Recensione "Requiem d'inverno"

 

requiem d'inverno

Buongiorno lettori e lettrici 😊

Oggi con piacere vi presento "Requiem d'inverno" di Krisha Skies edito Words Edizioni. 

Ringrazio l'autrice e la casa editrice per la copia digitale e l'opportunità. 

ATTENZIONE! E' IL PRIMO VOLUME DI UNA DILOGIA 


requiem inverno
SCHEDA

TITOLO: Requiem d’Inverno #1

AUTORE: Krisha Skies

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Fantasy (romance/dark/mito di Ade)

FORMATO: Ebook (2,99 in offerta lancio a 2,69) - Cartaceo (15,90)

RELEASE DATE: 15.11.2021




Avete presente il mito di Ade e Persefone? Ecco "Requiem d'inverno" è un romanzo che si rifà a questo mito, ma è anche molto di più. 

E' un romanzo fantasy, mitologico, romance con tinte dark che riprende il mito in sé, ma esso viene rielaborato con molte caratteristiche diverse. 

Sono fin da subito stata attratta dal titolo del romanzo aspettandomi un romanzo particolare e devo dire che il titolo e la cover rispecchiano perfettamente le caratteristiche dark, oscure e tenebrose del libro, che è adatto ad essere letto in questo periodo invernale. 

La protagonista del romanzo è Lenora, una giovane ragazza ventenne che ha il dono di essere un Obolo. L'attività degli Oboli è quella di dover accompagnare i defunti dopo la morte nei Campi Fioriti, accompagnandoli perciò nell'attraversata dal mondo dei vivi al mondo dei morti. 

Non è un compito semplice, Lenora deve cercare di mantenere il controllo mentre compie questo rituale e per passare da un mondo all'altro deve disegnare in aria un arco fiorito dentro al quale passare. 

Il fiore di Lenora è il narciso, ma ogni Obolo poi ha il suo specifico e quando vanno nell' Ade con il defunto devono lasciare in cambio il loro soffio vitale al giudice che si troveranno davanti. 

E' proprio durante un'attraversata (di una sua amica peraltro) che Lenora nel mondo dei morti trova davanti a sé un giudice particolare. Sì perché non è un giudice qualsiasi, ma è il Sommo Giudice dell'Ade e Leonora riesce addirittura a guardarlo in faccia, regola assolutamente proibita per gli Oboli. 

Anche il Sommo giudice toglie la maschera bianca di perle a Lenora per guardarla in faccia e anche se il non rispetto delle regole farebbe sì che Lenora rimanesse nell'Ade riesce comunque a tornare nel mondo dei vivi, anche se debole e dolorante dopo i modi violenti del giudice di prendere il suo soffio vitale. 

Da qui iniziano i mille dubbi di Lenora, lei è l'unica che abbia visto in faccia il Sommo giudice e lui le ha detto che le appartiene e che soltanto grazie a lei può guarire. 

Leonora non può che mantenere il suo segreto, che rivelerà solo al fratello per evitare le conseguenze dovute al suo infrangere le regole. 

In altre occasioni Lenora viene chiamata all'Ade e il Sommo giudice le rivela anche il suo nome: Acheron. 

Lui è ammaliato da lei "piccola umana", ma anche Lenora rimane colpita dai suoi occhi e dai suoi capelli color ghiaccio, ma sa anche che lui è il male, è violento e che se non rispetta le sue regole potrebbe essere uccisa. 

Intanto la madre di Lenora la convince a prendere marito e le propone come pretendente un duca, solamente per la sua ricchezza. Il duca la corteggia con fiori e bigliettini, ma in realtà tutti sanno che il duca è un libertino e anche se Lenora è dubbiosa perché cerca l'amore vero, si convincerà a sposarlo. 

Ma il duca non è assolutamente l'unico pretendente. Lenora aveva chiesto la mano al dottore di famiglia e soprattutto con suo fratello Julian c'è un legame molto particolare. Tra i due c'è molto affetto, si sono anche abbracciati e baciati ma non sono mai andati oltre. 

Lenora è una ragazza confusa sia in amore che nella vita ed è per questo che a un certo punto deciderà di non voler essere più un Obolo e non vorrà più andare nel mondo dei morti, ma ci riuscirà? 

Riuscirà a cambiare la sua vita o in qualche modo rimarrà comunque legata ad Acheron?

Non posso negare che leggendo il finale volevo sapere più cose, il finale aperto lascia molti dubbi che penso vengano chiariti poi nel secondo volume. 

Una lettura che mi ha coinvolto parecchio e nonostante la sua complessità e le sue pagine l'ho letta in breve tempo in quanto mi ha preso per la sua originalità. 

Per quanto riguarda l'ambientazione ho amato molto i colori tipici del genere dark: il bianco, il nero e il grigio della nebbia e oscurità. L'atmosfera è ben descritta e mi sono completamente immersa sia nel mondo dei vivi che sembra quasi una Venezia dell'800 per le maschere usate e per i vestiti portati, sia nel mondo fantastico dell'Ade. 

Per quanto riguarda i personaggi, questo è uno dei quei casi in cui ho amato molto di più il personaggio maschile del "cattivo" in questo caso Acheron, che quello femminile di Lenora. 

Acheron l'ho amato, non mi è sembrato affatto un Sommo giudice dell'Ade, ma è un uomo dolce e sensibile soprattutto nei confronti di Lenora. Mi è piaciuto molto come si prende cura di lei, come la salva da situazioni spiacevoli e come la punzecchia verbalmente con le battutine. 

Lenora invece è una ragazza un po' immatura e confusa, non riconosce i suoi sentimenti e non prende delle sagge decisioni, ma forse è proprio questo aspetto di lei che ravviva il romanzo, come alcune scene descritte ricche di colpi di scena. 

Capisco che il suo carattere derivi anche dalla sua famiglia, purtroppo non ha avuto un passato semplice, il padre è morto lasciando lei, sua madre e suo fratello in un mare di debiti. 

Per quanto riguarda lo stile, l'autrice scrive tutto il romanzo con il tempo presente e con il pov in prima persona di Lenora. Mi è piaciuta questa scelta stilistica per entrare ancora di più nelle vicende della protagonista, per capire i suoi sentimenti, i suoi dubbi e le sue scelte. 

Ho trovato simpatico anche il fatto che tra Lenora e Acheron si diano del voi, un linguaggio inusuale da trovare nei libri, ma che in questo romanzo ci sta a pennello. 

Ho riconosciuto vari elementi che richiamano il mito di Ade come il narciso, il melograno, il fatto che Acheron vuole tenere Lenora nel suo castello ecc, ma come detto inizialmente è stato rivisitato e il romanzo è molto più complesso.  

Mi sono emozionata quando Lenora racconta della perdita della sorella, soprattutto quando lei va nella sua camera da letto e stringe a sé la sua bambola, l'ho trovato un momento molto tenero!

Un libro davvero particolare e originale che sono assolutamente contenta di aver letto perché mi ha coinvolto ed entusiasmato parecchio. Mi complimento con l'autrice per la sua fantasia e per la struttura e scaletta davvero complessa che sono sicura ci stia dietro. 

In attesa di leggere il secondo volume, consiglio questa lettura agli amanti del fantasy, ma anche del romance. 

Buona lettura :) 


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TRAMA

Lenora ha tutto ciò che potrebbe desiderare: è giovane, bella, ricca, anche se sprovvista di titolo

nobiliare. Eppure, la sua vita non è come quella delle altre fanciulle dell’alta società della Repubblica. Il

profumo inebriante dei narcisi, le maschere di pizzo, i raffinati balli aristocratici nascondono misteri

legati alla morte e alla sorte dell’anima. Misteri noti solo a quelle come lei: gli Oboli, donne nate con il

dono di poter aprire varchi tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In una società in cui il denaro può

comprare un posto nei Campi Fioriti dell’oltretomba, dietro lauti compensi Lenora presta i suoi servigi

a facoltosi borghesi e a influenti aristocratici, protetta dall’irruente fratello maggiore Julian e desiderata

dal perverso Duca di Burdak. Durante una delle traversate oltre la soglia dell’Ade, però, qualcosa

sembra andare storto: la giovane incappa nel sovrano dell’oltretomba, l’affascinante e pericoloso

Sommo Giudice Acheron. Ma cosa lega Lenora e Acheron? E quando lei ne implorerà l’aiuto, cosa

pretenderà in cambio il dio dei morti?


ESTRATTO 

«Vedrai che andrà tutto bene.» La sua voce è così rassicurante che mi fa socchiudere gli occhi. «Da

oggi in poi sarai ufficialmente un Obolo. Il migliore di tutti.»

Sospiro.

Un Obolo.

Già, è questo che sarò: una guida per i defunti. Colei che li accompagnerà nel loro viaggio estremo

verso l’Ade.

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